The rotating fields are, within cemeteries, those portions of land prepared to receive new burials. In alternating periods, older graves are removed to make way for the new ones. What remains, for a more or less brief period, is an empty, barren field, devoid of vegetation, which for several years had hosted the bodies of the deceased and, with them, all the objects brought to those graves by friends and relatives.
“What remains.”
In this temporarily desolate space, traces of past lives emerge: objects, clothes, and memories left by loved ones. These fragments, scattered in an apparently barren land, tell stories of emotions, affections, and memories belonging to people who were once connected to them.
From the ground, things emerge, as if in a confused embrace of stones, leaves, and grass, revealing a complex and small world. My exploration within these fields translates into a meticulous and almost obsessive visual collection of these artifacts. Each photograph is conceived as a unique texture, aimed at telling stories that remain enigmatic and unfinished.
This project is not just documentation, but an emotional exploration. Each image is a fragment of a story we will never fully know, but which invites us to reflect on the ephemeral nature of life and the indelible marks it leaves behind.
“What remains.”
I campi in rotazione sono, all’interno dei cimiteri, quelle porzioni di terra preparate per accogliere nuove sepolture. In periodi alterni, le tombe più vecchie vengono rimosse per far posto alle nuove. Quello che resta, per un periodo più o meno breve, è un campo vuoto, brullo, senza vegetazione, che per alcuni anni ha ospitato i corpi dei defunti e con loro tutti gli oggetti portati dai loro cari.
In questo spazio temporaneamente desolato, emergono tracce di vite passate: oggetti, vestiti e ricordi lasciati da amici e parenti. Questi frammenti, sparsi in un terreno apparentemente arido, raccontano storie di emozioni, affetti e memorie appartenenti a persone che un tempo vi erano legate.
Dal suolo emergono cose, come in un abbraccio confuso tra pietre, foglie ed erba, rivelando un mondo complesso e piccolo. La mia ricerca all’interno di questi campi si traduce in una raccolta visiva minuziosa e quasi ossessiva di questi reperti. Ogni fotografia è concepita come una texture unica, volta a raccontare storie che rimangono enigmatiche e incompiute.
Questo progetto non è solo una documentazione, ma un’esplorazione emotiva. Ogni immagine è un frammento di un racconto che non conosceremo mai del tutto, ma che ci invita a riflettere sulla natura effimera della vita e sui segni indelebili che essa lascia dietro di sé.